Io resto

Io Resto con la protagonista Giusy a Rovato (BS)

Ricordare aiuta a riconoscere – Racconti dalla distribuzione

Questo testo è stato letto prima della proiezione del 7 marzo al Teatro Zenucchini di Rovato (BS), organizzata dalla Rete Cittadinanza Attiva.

 

Ci sono momenti, giorni o periodi della vita che vorremmo non aver mai vissuto, che vorremmo dimenticare….

Desideriamo quasi che una nebbia scenda piano, ma inesorabile e sempre più fitta a coprire scene, rumori, immagini di sguardi terrorizzati, immagini di bare che se non ci fosse stato un coraggioso prete ad accompagnarle e benedirle, quasi sarebbero andate da sole al camposanto.

Noi tutti, almeno una volta o chissà quante, abbiamo desiderato dimenticare….

Forse però, il ricordare, non è solo un puro esercizio di memoria, forse ci può aiutare a riconoscere quello che ognuno di noi ha vissuto e ci ha unito come una specie di “filo rosso” che ci ha reso tutti, ma proprio tutti, uguali:
la paura, il dolore, lo sconforto, le tante regole da rispettare, il senso di smarrimento, il bisogno di proteggere i nostri cari…. e anche, purtroppo, la perdita di una persona cara.

Ci siamo uniti anche nella ricerca di uno sguardo, di un segno di speranza, dal desiderio che i numeri ossessivamente ascoltati ai TG, scendessero.

Ci ha unito il silenzioso bisogno di un lungo e forte abbraccio.
Oddio quanto lo abbiamo desiderato un abbraccio…..

Forse ricordare ci aiuta anche a riconoscere ed essere grati a chi con il proprio lavoro e con gratuito impegno non ha fatto altro che sostenere e alimentare la speranza. Ricordare insieme alimenta un profondo senso solidale.

Siamo stati tutti vittime e possiamo definirci sopravvissuti. Siamo sopravvissuti grazie ad un forte senso di comunità. Questo non possiamo certo dimenticarlo.

Forse siamo ancora convalescenti di tanti dolori interiori e abbiamo quindi bisogno di una guarigione, una guarigione che sia anche sociale, per ritrovare fiducia in noi e nelle istituzioni.

E la guarigione cui tanto aspiriamo può avvenire tra le relazioni che viviamo, cercando negli occhi e nell’animo dell’altro le sue fatiche, il suo dolore, la sua voglia di futuro riconoscendo che lì ci sono anche le nostre fatiche, il nostro dolore e la nostra voglia di futuro.

E così, quando la nebbia si alzerà, ci sentiremo un po’ meno soli e potremo davvero dire: “dai, che andrà tutto bene”…..

 

Rovato, 7 marzo 2023

Gabri Marini
Rete Cittadinanza Attiva

 

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Foto credit: Giorgio Baioni