Io resto

La sala gremita di gente per la proiezione di Io Resto a Pontoglio (BS)

Quando una comunità diventa cinema – Racconti dalla distribuzione

Come si può proiettare Io Resto?

Per rispondere, racconto l’ultima tappa del tour, a oggi. In questa maniera provo a far capire anche cos’è la distribuzione civile di ZaLab.

DA COSA NASCE COSA

A novembre 2021 una giovane anestesista, Francesca Volonté, viene a vedere il film al Cinema Pax di Provaglio d’Iseo (BS). Viene accompagnata da alcune persone, tra cui un’assessora del Comune di cui lei stessa è consigliera comunale.

Quella sera non sarei dovuto andare, ero stanco dal tour in corso, ero andato perché gli organizzatori ci tenevano e non ero riuscito a dire di no. Non riesco a dire di no nemmeno a Francesca, quando mi chiede di poter andare a presentare il film al suo paese nel 2022, sempre in provincia di Brescia.

Francesca richiede quindi una proiezione e, dopo tre mesi, venerdì 18 febbraio 2022, vado quindi a presentare a Pontoglio, il suo paese. Ci vado un po’ distrattamente, non so che accoglienza trovare. Durante la distribuzione mi è capitato di trovare 12, 30, 70 o, raramente, anche 160 e 200 persone in sala, numeri parecchio schizofrenici. Ma capisco che Francesca ci tiene tanto e questo basta e avanza per andare e salutare anche quei pochi che si presenteranno.

ANDARE A VEDERE IO RESTO?

Pontoglio, come quasi tutti i paesi del bresciano, è stato colpito molto duramente dal Covid. Troppe persone hanno perso parenti o amici stretti in quel periodo. Non è quindi scontato aspettarsi una grande accoglienza. In questi luoghi c’è tanta attesa di vedere coi propri occhi come si sopravviveva in ospedale durante la prima ondata, ma il film viene anche temuto per le emozioni che mette in gioco durante la visione.

Quando arrivo al cinema parrocchiale Don Bosco, entro e mi fermo prima delle tende che bloccano l’ingresso in sala. Mancano 20 minuti alla fine, non mi va di affacciarmi subito.

Prendo il telefono per avvertire Francesca che sono arrivato e perdo un po’ di tempo a guardare i fogli appesi nella bacheca del cinema. All’improvviso sento una risata corposa, esplicita, non grassa, ma netta e corale. Una risata di più persone proviene proprio dalla sala… Non è mai successo, forse c’è un errore o forse un altro film…

Mi affaccio. Nel buio rimango colpito dai riflessi di luce su tante teste. Duecento teste che luccicano. Faccio due più due e capisco che hanno appena riso a una scena che effettivamente scalda il cuore, nella parte finale del film. No spoiler.

Entrare in una sala così piena è un’emozione grande. Francesca mi viene incontro e mi abbraccia. Anche lei è colpita dalla grande risposta del paese. Mi era capitato solo a Verona di trovare più di 200 persone in sala. Nemmeno a Brescia, perché il tour era iniziato con le sale al 50%, quindi al Cinema Nuovo Eden il sold out si fermava a 108 persone a proiezione.

DA CINEMA A CIVICA

Ci sono tutti. I soccorritori con la divisa da soccorritori, gli alpini col cappello degli alpini, il don che c’era nel 2020 e quello di adesso, il sindaco del 2020 e quello di adesso.

Per il dibattito dopo la visione, Francesca introduce due sopravvissuti al Covid che portano la loro travagliata testimonianza, un dottore e un altro parroco (Don Luigi Guerini). Dal pubblico si alzano 3-4 interventi, tra cui anche il Prof. Gabriele Tomasoni, già Direttore della prima rianimazione degli Spedali Civili.

Poi, una signora dice una delle cose più preziose della distribuzione e le si spezza la voce mentre parla: “io ho perso due parenti e adesso sono contenta di sapere che, almeno, dentro l’ospedale c’era qualcuno che si prendeva così tanta cura di loro, anche solo con una carezza”.

La serata non fa a tempo a trasformarsi da cinematografica a civica che l’ex-parroco del paese chiede di chiudere la serata recitando il Padre Nostro. Tengo gli occhi in basso per alcuni secondi, poi li alzo verso il pubblico. Le persone si sono tutte alzate in piedi. Pregano insieme o portano rispetto per questo rito antico.

Avrei una gran voglia di fotografare questa scena; devo ovviamente censurarmi.

A Pontoglio una comunità ha trovato la forza di incontrarsi e parlarsi. Questa è la potenza della Distribuzione Civile che ZaLab ha immaginato anni fa e che continua a portare avanti coi suoi titoli.

È una forza che si basa sul senso civico delle persone come Francesca, che sanno trasformare il cinema in assemblee pubbliche. Grazie a tutte le Francesche d’Italia.

Michele Aiello